A.C. 1151-A
Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, il provvedimento che discutiamo in questa occasione si presenta straordinariamente uguale a molti altri che lo hanno preceduto e a molti altri che, come già sappiamo, continuerete a presentarci: provvedimenti pericolosi, confusi e dannosi. Sono decreti del Governo emanati con urgenza non per esigenze vere della collettività; al contrario, per vostre esigenze urgenti, sì, ma di propaganda, di fame di potere o di promozione di interessi particolari.
Sono provvedimenti utili a liberarvi di qualche scomodo intralcio o a ingannare l'opinione pubblica con fumose e ingannevoli iniziative che nutrono e alimentano i peggiori sentimenti delle persone, magari illudendo la pubblica opinione, distratta dalla quotidianità, che il grave problema di cronaca è risolto; anzi, esageriamo, non è mai esistito, se non nel lungo periodo di dominio della sinistra comunista in questo Paese, come ogni tanto si sentiva dire dalle vostre parti, salvo dimenticare che la metà di voi è stata al Governo in questi ultimi anni, Governi tecnici o politici.
In questa legislatura siete partiti con la gloriosa lotta ai rave, inventando reati e condanne inefficaci, dato che i rave continuano ad essere organizzati, per passare poi all'inseguimento fittizio degli scafisti sul globo terracqueo, obiettivo fallito e, invece, trasformato, come dimostrano le azioni della Presidente del Consiglio, nell'inseguimento reale di dittatori vari, a cui pagare il compito di creare barriere disumane nei loro Stati di passaggio. Per finire con il reato mondiale di gravidanza per altri, che servirà solo e solamente, purtroppo, a negare i propri genitori a bambini innocenti, in un crescendo di orrore che ricorda altri tempi, quando l'uso di parole e idee distorte era anche patrimonio del nostro Paese.
Perché forse non è un orrore quanto sta succedendo a Padova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), con la cancellazione di intere famiglie dai registri anagrafici solo sulla base di una vostra iniziativa legislativa che non raggiungerà mai gli obiettivi che vi ponete, ma, nel frattempo, sta generando mostruosità giuridiche ed etiche? E non è forse un orrore quanto avvenuto a Cutro? Certo, le responsabilità puntuali le decideranno coloro che ne hanno il compito, ma quelle politiche sono evidenti, perché quel terribile naufragio, come quello avvenuto in Grecia la scorsa settimana, è conseguenza dell'idea, della propaganda che confonde il salvataggio in mare con operazioni di polizia, che l'immigrazione richieda una lotta e un contrasto e non la comprensione delle cause e delle ragioni recenti e antiche, e magari accoglienza e integrazione, fosse anche solo per interesse di questo Paese.
Questi sono i vostri provvedimenti e quindi le vostre responsabilità e queste sono mostruosità, solo alcune, che si generano scegliendo questa strada.
Per mantenere intatto il vostro potere poi generate altri piccoli mostri, come i decreti di cui stiamo parlando oggi: decreti finalizzati a sgomberare gli intralci e a occupare inutilmente il Parlamento in discussioni che lo ostacolano e lo distraggono dalla discussione di problemi veri, dall'affrontare seriamente l'angoscia dei salari che impoveriscono, le paure del futuro che impediscono la nascita e la crescita delle famiglie, la povertà che cresce e che crescerà, come oggi ha certificato la relazione dell'UPB, il vuoto di senso che incombe soprattutto sulle ragazze e sui ragazzi, a cui voi rispondete solo con la propaganda e il fumo di iniziative vuote.
Proviamo ad andare al cuore e al senso di questo decreto. Il giudizio che noi abbiamo è netto: si tratta di un provvedimento invotabile, un decreto usa e getta che vi è servito a occupare l'INPS, l'INAIL e poi la Rai, senza preoccuparvi del precedente che generate, anzi, delle segnalazioni di incostituzionalità evidenti, persino degli uffici indipendenti della Camera, delle conseguenze sulla pubblica amministrazione, che stremate, per interessi di parte e del Parlamento che occupate in discussioni inutili e in argomenti che non cambiano la vita degli italiani. Anzi, sì, la cambiano perché la peggiorano e peggiorano soprattutto in Europa la nostra reputazione.
Il decreto lo avete scritto per commissariare prima di tutto INPS e INAIL, adducendo formalmente la necessità di mutare la nomina del direttore, spostandola dal CdA al solo presidente, e di ridurre da 5 anni a 4 anni il mandato del direttore. Per legge - ed è una legge italiana richiamata da una sentenza della Corte costituzionale - il commissariamento di un ente pubblico avviene per motivi di particolare urgenza che ne impediscono il corretto funzionamento. In questo caso, non è così, avete inventato una motivazione che prova a introdurre una sorta di spoil system che in Italia è vietato. Non c'è! Non c'è, è limitato, è normato nei casi in cui si può fare.
Non resisterà l'idea che sia quella piccola modifica al consiglio di amministrazione, alla funzione nominativa, alla direzione di quei due enti a reggere a questo tentativo. Ci sono esempi in tutte le regioni, quando si tenta di cambiare i direttori generali delle ASL, inventando riforme che poi non si fanno. È esattamente la stessa cosa, già respinta e, quando non respinta, pagata a caro prezzo dalla pubblica amministrazione e magari sanzionata anche dalla Corte dei conti. Voi cambiate, in qualche modo tentate di cambiare e di introdurre lo spoil system nella nostra legislazione e di fatto ne alterate la credibilità. Lo avete fatto, peraltro, per CdA che scadevano a maggio e a ottobre. Ma ne vale la pena stremare così la legge, ne vale davvero la pena, per tutti gli effetti poi conseguenti? E poi lo avete scritto per un secondo motivo, per trovare un posto all'amministratore delegato della Rai, che poi non ha neanche accettato, adducendo formalmente l'introduzione di un tetto all'età dei sovrintendenti lirici, in modo da far dimettere, ovvero da eliminare dal campo, il sovrintendente del San Carlo di Napoli. E anche qui siamo fuori dalle norme, perché lo ha detto già la Corte costituzionale. Oltre che fuori dalle norme, siamo in un contesto di incoerenza totale, perché poi, contemporaneamente, aumentate l'età di altri dirigenti e funzionari nello Stato, nella sanità e in tanti altri ambiti, con nessuna coerenza. E poi il resto del decreto. All'inizio era fatto di 10 proroghe; adesso, nel frattempo, è un po' triplicato. Lo abbiamo chiamato un “mini Milleproroghe”, che si aggiunge a quelli di fine anno, che stanno diventando, però, ve lo segnalo, una malattia cronica della nostra pubblica amministrazione e sintomo del rapporto malato tra politica e piccoli interessi, tra politica e categorie di elettori. Vorrei ragionare con voi sul senso e sulla necessità di queste proroghe. Quante volte dietro una proroga c'è un rimando che il legislatore ha posto in una legge per rinviare una decisione o per regolamentare successivamente qualcosa che in quel momento non è chiaro, non si è in grado di chiarire, non si è in grado di fare, semplicemente perché si fa una legge in fretta? Quante volte dietro una proroga c'è un'inefficienza della pubblica amministrazione naturale o indotta da come è scritta la legge? Quante volte dietro una proroga c'è un'alterazione del diritto, perché magari finalizzata a dare il tempo di maturare requisiti che non erano presenti per legge? Quante volte una proroga è il tappeto che nasconde il fallimento di una iniziativa legislativa, come quando prorogate all'infinito provvedimenti messi in legge di bilancio e che riguardano tutti i vostri tentativi di impedire che le persone paghino le tasse e di nascondere questa vostra abitudine?
Quante volte una proroga, invece, si trasforma in un'ingiustizia, perché è arrivata grazie al contatto diretto con chi detiene il potere, mentre è preclusa ai cittadini che questo contatto non hanno? Faccio questo ragionamento perché dietro l'abuso anche della proroga, e parlo di abuso, della ripetuta proroga, c'è un'incultura, o meglio, una cultura di occupazione delle istituzioni e di mancato rispetto delle leggi. C'è l'idea che la legge non va rispettata, ma usata; l'idea che la società è dei forti, che possono cambiare la legge che a loro non va; che la società è solo dei più capaci e vincenti; che la disuguaglianza è naturale e che non va combattuta; che la ricchezza è sopra la legge, come dimostrano molti di questi comportamenti.
Avete iniziato a dicembre con il miliardo di euro alle squadre di calcio di serie A - non allo sport per tutti, alle squadre di calcio di serie A -, tolto al reddito di cittadinanza, per finire ieri con l'accoglienza di Musk a Palazzo Chigi, mentre ne dichiaravate il reato di procreazione per altri a Montecitorio. In tutti i provvedimenti che voi fate c'è questa discrepanza, quest'idea di potenza e di superiorità della ricchezza, l'assenza di ogni tensione all'uguaglianza di opportunità, alla discriminazione positiva verso i più deboli, quelli che stanno indietro. Lo dimostrate anche con la vostra autonomia differenziata, che farà molto male al Mezzogiorno e alle aree più indietro del Paese, liberando risorse che accresceranno le differenze. Voi scambiate anche in quel caso efficienza con ricchezza e chiamate inefficienza la povertà di risorse, di risorse di partenza di molti territori e di molte regioni, che, pur partendo dalla stessa posizione, hanno evidenti limiti ambientali, limiti di partenza, che non sono stati riconosciuti o che sono stati accentuati nel tempo. Infine, in questo decreto c'è il tanto che potevate fare e che non avete fatto, le tante proposte fatte da maggioranza e opposizione a cui avete detto di no, gli interventi a favore dell'edilizia sociale, quelli per intervenire sul caro affitti agli studenti, quelli richiesti dai comuni colpiti dall'alluvione ormai 34 giorni fa e che dal 2 maggio, il giorno dopo l'alluvione, aspettano interventi concreti, il riavvio della ricostruzione e una persona che rappresenti Governo e regione, a cui rivolgersi con efficienza e rapidità, il commissario, quello delegato. In tale contesto, voglio poi segnalare altre due questioni prima di concludere. Non ho capito cosa ci sia da vantarsi del cambiamento fatto con l'articolo 4-quater sugli esami per i giovani avvocati; qualche collega ha detto che è in favore dei giovani aspiranti avvocati. Guardate, voi avete cambiato, a tre mesi dall'avvio degli esami, la forma dell'esame. Infatti, mentre confermate la possibilità di non fare gli esami come si facevano sino al 2019, quindi pre-COVID, con lo scritto e gli altri passaggi, in realtà modificate in corsa la normativa in essere post-COVID. Questo significa cambiare le carte in tavola. Magari, avete cercato in qualche modo il consenso degli ordini degli avvocati, ma non avete sicuramente cercato il consenso dei giovani aspiranti avvocati, a cui vi siete richiamati e che penso stiano già reagendo a quanto giudicano - e correttamente - un'ingiustizia. Cambiare a tre mesi la forma dell'esame è sbagliato: si cambia in anticipo di un anno e si consente che ci si adatti. Ricordate tutte le volte che sono stati cambiati in corsa gli esami di maturità e gli effetti di questi cambiamenti, tra l'altro, soltanto per complicare le cose. Così pure ci sono altri temi che riguardano, per esempio, la sanità, su cui tracciate delle strade che sono un “vorrei ma non posso”. La norma sul payback non risolve nulla. Non è che sul payback e su una disposizione legislativa potete scrivere una norma che sembra un ordine del giorno, per cui si invita il Governo “a valutare l'opportunità”. Così è una presa in giro. In tema di payback bisogna affrontare il problema, dovete avere il coraggio di tagliare il nodo gordiano, se lo avete, altrimenti non risolverete certamente con formule di questo genere un problema in corso, che rischia di mettere in ginocchio tantissime aziende, che forniscono in questo momento alla sanità e al sistema sanitario tutte le risorse necessarie. Così pure l'aumento della possibilità per i medici di medicina generale di prendere ulteriori pazienti è una misura che funziona soltanto nelle grandi città: nelle piccole comunità non risolve niente. Ci avete provato, ci state provando, ma non è quella la strada per risolvere il tema della scarsità di medici di famiglia e di assistenza nel territorio. Così pure ho molti dubbi - abbiamo chiesto anche l'elenco dei beneficiari - su un ulteriore contributo una tantum al privato accreditato nelle regioni per il presunto stop durante il COVID. Guardate, il sistema privato accreditato, quello buono, quello regolare, ha lavorato di più del pubblico durante il periodo e qui si rischia di premiare coloro che non hanno lavorato, perché non si sono voluti organizzare, rispetto a coloro che hanno lavorato. Non sto parlando in contrasto con il privato, anzi, sto parlando ad integrazione del servizio pubblico. Pertanto, dove vanno queste risorse? A chi vanno, a quelli efficienti o a quelli inefficienti? Sono solo degli esempi di un decreto superfluo, dannoso e confuso, che rappresenta evidentemente l'arroganza del vostro Governo e della vostra maggioranza anche di fronte ai richiami sulla limitazione, la coerenza e l'omogeneità della decretazione d'urgenza. Non sfuggirete a questo tema e prima o poi dovrete affrontarlo, perché questo Governo sta facendo peggio degli altri, sia per la frequenza che per l'incoerenza delle norme, aggiungendo coscientemente confusione a confusione. Questo è un decreto sugli enti previdenziali, inserito tra un decreto PA e un decreto PA 2 - che arriverà - che rende evidente anche lo scarso senso del ridicolo. In conclusione, Presidente, solo questo alla fine di tutto resterà evidente: questo scarso senso del ridicolo.